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Aggiornamenti stato: in data 01/03/2019 abbiamo pubblicato nello spazio “Progetti” la campagna di prestito sociale senza intermediazione finanziaria, dal titolo Il Borgo della Canapa – progetto di HRD-ONG Resilienza Italia Onlus. A causa di alcune violazioni in piattaforma il progetto è stato cancellato. Ci scusiamo per quanto è accaduto, ma non imputabile alla nostra piattaforma. Seppur con una descrizione differente, abbiamo deciso di ripristinare la campagna che, di fatto e comunque, risulta conclusa in data 30/09/2019 senza aver raggiunto l’obiettivo e con 10 potenziali sostenitori che hanno voluto saperne di più. Abbiamo, altresì, deciso di fare ciò, in linea con quanto previsto nei regolamenti e condizioni della nostra piattaforma di crowdfunding e comunque nel pieno rispetto della trasparenza delle campagne da noi ospitate. Ogni anno dichiariamo nei vari report ufficiali quanti e quali progetti ospitiamo e gli importi richiesti ai vari sostenitori. Far sparire una campagna regolarmente ospitata sulle nostre pagine, è secondo il nostro modo di operare e secondo i nostri regolamenti appunto, una violazione della trasparenza.
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“Dopo un lungo periodo di oblio, la Cannabis sativa sta attirando nuovamente l’attenzione delle imprese agricole, degli enti di ricerca e delle istituzioni, soprattutto a causa dei suoi molteplici utilizzi sia nei settori tradizionali (cartario, tessile e alimentare) sia in quelli più innovativi (bioplastiche, biocarburanti, bioedilizia, ma anche cosmetica e farmaceutica).
La situazione settoriale e il quadro normativo e politico risultano in forte mutamento, anche in risposta alle richieste dei consumatori che sembrano riconoscere le peculiarità dei prodotti ottenuti da questa coltura. L’analisi di questi aspetti è al centro del presente lavoro che ha l’obiettivo di condurre alcune riflessioni sulla rilevanza della canapa per imprese e sistemi locali.
La canapa è una pianta erbacea di semplice lavorazione, che conclude il proprio ciclo vegetativo in circa 120 giorni, contribuendo a migliorare la fertilità del terreno e, in alcuni casi, a bonificarlo. Inoltre, resiste bene agli attacchi parassitari, non necessita di irrigazione tranne nei climi più secchi e può essere impiegata in diversi settori. La diffusione delle coltivazioni di canapa è un fenomeno abbastanza recente: la quasi totalità delle coltivazioni (92,7%) è iniziata negli ultimi cinque anni e più della metà negli ultimi due (il 29,3% nel 2014 e il 24,4% nel 2015). Solamente tre aziende sono state tra i “precursori” del ritorno della canapa in Italia, tra la fine degli anni ’90 e primi anni 2000.
Tra le motivazioni che hanno spinto gli imprenditori a iniziare le coltivazioni di canapa vi sono, nel primo periodo considerato, la passione e il desiderio di sperimentazione, seguite dalla diversificazione della produzione. Negli anni più recenti, invece, prevale nettamente l’obiettivo di diversificare l’ordinamento aziendale e compaiono altri tipi di fattori determinanti, quali la volontà di tutelare il territorio, creare nuove filiere locali o rilanciare questa coltura sul mercato. Le vendite dei prodotti appaiono, invece, molto più radicate sul territorio e segnalano la presenza di interessanti possibilità di sviluppo del mercato italiano: solamente un produttore vende i propri prodotti prevalentemente all’ estero.
Relativamente ai canali di distribuzione, il 73,2% delle aziende è monocanale, con una netta prevalenza della vendita diretta, che risulta la modalità più diffusa anche tra quelle multicanale, affiancata, nella maggior parte dei casi, da quella realizzata mediante negozi specializzati. Il 15% delle imprese si avvale di Internet, mentre solo il 4,9% utilizza altri canali (gruppi di acquisto e mercati). Contrariamente a quanto avviene per la maggior parte dei prodotti agroalimentari, la GDO svolge un ruolo del tutto marginale.
A proposito del settore di vendita dei prodotti finali, è interessante segnalare come quello alimentare rappresenti quello più diffuso (80%). In particolare, i produttori che si rivolgono a negozi specializzati commercializzano sempre prodotti alimentari e il 38% di essi anche prodotti nutraceutici, cosmetici, fitofarmaceutici o destinati ai settori della bio-edilizia e delle bio-plastiche. Un altro settore importante è quello della bioedilizia, alla quale il 43,9% dei produttori indirizza il proprio raccolto. Poco rappresentati sono, invece, i due settori “storici” della canapa (cartario e tessile) e quelli più innovativi (bioplastiche e biocarburanti), segno che in Italia risultano indispensabili interventi differenziati per lo sviluppo di queste particolari articolazioni della filiera. Alcuni produttori hanno segnalato come settori di vendita anche quelli della cosmetica, della fitofarmacia, della produzione di pellet e, infine, della zootecnia.
L’espansione della canapicoltura italiana trova nell’assenza di una filiera adeguatamente strutturata uno dei suoi maggiori limiti. E ciò vale, in particolare, per la fase della trasformazione dei prodotti finali (semi e fibre). Tra l’altro, la conseguente limitazione dei costi di trasporto potrebbe indirizzare gli agricoltori verso utilizzi delle paglie più remunerativi (nei settori della bio-edilizia, della lavorazione della carta, etc.) piuttosto che come semplici ammendanti. In generale, di rilevanza strategica sarebbe il sostegno ad attività di selezione adatte ai contesti pedo-climatici italiani, di sviluppo di impianti di piccole dimensioni (ad esempio, per la molitura dei semi o per l’estrazione degli oli), che potrebbero rappresentare un’opportunità interessante per la gestione diretta, da parte degli agricoltori, di fasi produttive a elevato valore aggiunto ma anche a ricerche multidisciplinari sulle diverse proprietà dei semi e delle paglie, anche ai fini di una valutazione accurata della sostenibilità economica, sociale e ambientale di questa coltura e della sua valorizzazione.”
Per tutte queste ragioni dunque, prende vita il progetto IL BORGO DELLA CANAPA. Il Borgo della Canapa è un progetto di HDR ONG Resilienza Italia ONLUS, un’organizzazione non profit interamente tesa a tutelare i diritti, gli interessi e il futuro di ogni cittadino e di tutte le persone che risiedono sul nostro territorio, in condizione di piena legalità e legittimità. Si propone di mettere in atto strategie e progetti, stringere protocolli d’intesa ed attivare procedure, per reperire e coordinare le sinergie adatte a realizzare una forza collettiva e resiliente, che spinga sui temi fondamentali del sociale con l’azione concreta del FARE INSIEME.
Il progetto “Il Borgo della Canapa” intende posare la prima pietra, ovvero il primo mattone interamente in canapa, per riqualificare e radicare nuovamente la storica cultura della canapa nei territori agricoli del nostro Paese, in maniera da poter creare un circuito economico virtuoso, dal seme alla farina, al prodotto lavorato, con la collaborazione di esperti e il contributo di tanti altri agricoltori, imprenditori e produttori di lavorati a livello nazionale. La costruzione di un edificio adibito alla lavorazione dei semi ed alla produzione di vari tipi di farine di canapa e di puro olio extra-vergine, spremuto a freddo, saranno il cuore dell’attività di fase iniziale. Il manufatto verrà realizzato in armonia con il contesto urbanistico, sarà funzionale ed interamente costruito con mattoni e calcestruzzi realizzati con fibra di canapa, totalmente biocompatibili, isolanti, anti-sismici e privi di sostanze dannose per la salute. La funzione di tale edificio rappresenterà il simbolo della volontà di ripartire da una gloriosa tradizione, tutta italiana, quella della coltivazione della canapa, nella quale l’Italia eccelleva a livello mondiale, fino agli anni ’70. Un ritorno al passato e una vetrina per il nostro Paese.
Resilienza Italia ONLUS, si prefigge questo primo obiettivo concreto e si occuperà di creare la rete territoriale a sostegno del progetto nella sua interezza e sviluppo futuro. L’agricoltura locale parteciperà attivamente alla creazione e formazione di questo innovativo indotto economico a chilometro zero, seminando le varietà idonee alla domanda del mercato e conferendo il prodotto presso il mulino/frantoio, per la sua trasformazione. Più in generale, le aree agricole disponibili su scala nazionale ed aperte all’adesione al progetto, verranno destinate alla produzione del seme e molti altri produttori italiani si aggiungeranno al bacino solidale, imperniato della volontà di ripristinare in tempi brevi il sostrato economico ad esempio delle zone colpite dal sisma, per evitare che i giovani scelgano di abbandonarle, per mancanza di opportunità lavorative, ma anche e soprattutto con l’obiettivo di ridare forza e vigore produttivo al settore agricolo italiano, così duramente provato dalle politiche di importazione di prodotti, imposta dalla globalizzazione. I giovani potranno investire il loro futuro nella canapa, aprendo ulteriormente un mercato già in fortissima espansione, praticamente in tutta Italia, ma anche nel resto d’Europa e nel Mondo.
Inoltre, si prefigge come primario obiettivo l’aiuto concreto, in questo periodo di grave congiuntura economica scegliendo di intraprendere un cammino progettuale di riorganizzazione dell’economia reale proprio a partire dalla terra e dai frutti che essa è in grado di donare a coloro che se ne prenderanno cura. La terra e l’agricoltura, da sempre generosissime, stanno ora vivendo un momento storico di crisi rilevante e conseguente progressivo abbandono delle coltivazioni, a causa di leggi di mercato sterilmente globalizzanti, che impongono regole commerciali non più remunerative e divenute oramai insostenibili, per chi fa della coltivazione agricola la propria occupazione. Le stesse regole che, viste nell’ottica del consumatore, impongono sui mercati del commercio al dettaglio, merci sempre più scadenti, a prezzi sempre maggiori, che spesso sfuggono anche ai controlli sulla salubrità e la tracciabilità dei prodotti, giungendo sulle nostre tavole e non regalando certo “salute”. Da questa constatazione di fatto, nasce l’intento di riconvertire alla coltivazione della canapa i terreni agricoli e quelli di coloro che – purtroppo – stanno per deciderne l’abbandono definitivo, impoverendo irrimediabilmente il tessuto produttivo naturale del Paese e sguarnendo un intero settore di fondamentale importanza strategica per una nazione, come quello agricolo. Tale intento di riconversione agricola, mirato alla creazione di un’economia reale di filiera nuova ed intelligente, anche se antichissima per il nostro Paese, coinvolge e prevede la partecipazione degli imprenditori agricoli, uniti nell’intento comune di dar vita ad una nuova circolarità di mercato per un prodotto della Natura che merita la massima attenzione. La canapa, infatti, possiede la straordinaria capacità di fornire innumerevoli e validissimi sottoprodotti di trasformazione, nei più disparati settori merceologici, dall’edilizia, al settore alimentare, dal tessile, all’innovativo e trainante settore della nutraceutica, la scienza del curarsi con l’alimentazione. La canapa sativa è in grado di essere, inoltre, un validissimo aiuto proprio alla nutraceutica, esaltando il valore nutritivo, ed accarezzando i palati, anche tra quelli più esigenti. Importante però è poter contare già nella fase della coltivazione, sulle più moderne tecnologie a disposizione ad oggi sul mercato, per trarre da questa pianta prodotti di alto valore nutritivo e salubrità, oltre che garantirne il processo di trasformazione secondo i severi protocolli previsti dalle normative.
L’impianto polifunzionale “Il Borgo della Canapa” di HRD ONG Resilienza Italia ONLUS risponde a tutte queste importanti esigenze, avvalendosi di una tecnologia basata sulla fisica dei fluidi, assolutamente nuova in Italia e totalmente eco-compatibile, al punto da rendersi preziosa per l’abbattimento della frazione di CO2 presente in atmosfera. n questo senso, quindi, la maggiore opportunità è costituita dallo sbocco naturale di una filiera di produzione organica, che confluisce nelle strutture dedicate alla sua trasformazione, come il modello di centro poli-funzionale di trasformazione della canapa alimentare, denominato “Il Borgo della Canapa”, che si distinguerà per le metodiche impiegate, tecnologicamente all’avanguardia, per il miglior sfruttamento della materia prima e preservazione di tutte le qualità organolettiche, nutritive e nutraceutiche. La coltivazione organica e ragionata della canapa in Italia è certamente un punto nodale di svolta economica, che incoraggia la nostra associazione nello sforzo progettuale, organizzativo ed attuativo, poiché foriero di sicuri sbocchi molto incoraggianti per l’agricoltura italiana e per le giovani generazioni in cerca di opportunità. Ci occuperemo dello studio sullo sviluppo di una filiera nazionale della canapa: introduzione, dati statistici sugli ambiti territoriali di coltivazione in rapporto alle variabili di utilizzo della materia prima (alimentare, tessile, edilizio e quindi all’apporto di tale materia prima ad una Ditta già esistente, cosmetico, terapeutico). Andamento del settore negli ultimi 5 anni. Analisi della superficie agricola attualmente coltivata in Italia in rapporto all’ordinamento produttivo, al sistema di conduzione, alla maglia aziendale. Analisi della vocazione pedoclimatica del territorio nazionale per i vari usi e utilizzi produttivi. Metodi coltivazione in rapporto ai tre principali areali agricoli nazionali (Nord, Centro, Sud e isole). Analisi del costo di produzione per unità di superficie (€/ettaro) dei tre areali, con individuazione del “punto di pareggio” che consenta di individuare il prezzo franco azienda ricavabile.
Per fare tutto ciò, è stato pianificato un modello sostenibile che si muoverà in tempi e con step ben precisi. Tempistiche: Marzo 2019 – Settembre 2019. OBIETTIVO ECONOMICO COMPLESSIVO / VALORE DEL PROGETTO : obiettivo minimo di partenza tramite crowdfunding senza intermediazione finanziaria € 60.000,00 / obiettivo massimo di investimento tramite credito convenzionale esterno alla nostra piattaforma € 4.500.000,00.
Il progetto “Il Borgo della Canapa” è una grande opportunità per l’agricoltura italiana e si propone di creare il primo Centro Polifunzionale Sperimentale (replicabile in tutte le regioni d’ Italia) che funga da volano per riqualificare, riconvertire e radicare nuovamente la storica cultura della canapa nei territori agricoli del nostro Paese, in maniera da poter creare un circuito economico virtuoso, dal seme alla farina, dall’olio ai prodotti lavorati dalle sapienti manifatture italiane del settore alimentare, con la collaborazione di esperti e il contributo di agricoltori, imprenditori e produttori a livello nazionale. Questa iniziativa solidale, che prevede la realizzazione di un complesso di manufatti, destinati ad accogliere un frantoio e un mulino, con annesso silos, confezionatrice, imbottigliatrice e laboratorio di ricerca finalizzati all’estrazione e confezionamento di olio extra-vergine, farina, latte, burro e olio CBD ottenuti da semi di canapa e infiorescenze, uno spazio destinato al pubblico che proponga il prodotto in modo sapiente ed accattivante ed uno spazio destinato alla didattica e formazione per far conoscere le proprietà organolettiche e salutari con l’aiuto di materiale informativo, relatori e formatori professionisti accreditati ed incontri a tema appositamente organizzati, mirati alla formazione ed alla divulgazione sul tema canapa come risorsa.
(FONTE: https://www.resilienzaitalia.org/)
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Anonimo05/02/2019€0.00
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03/29/2019€0.00
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Anonimo03/22/2019€0.00
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